Concorso DS in Sicilia: la quiete prima della tempesta



Ultimamente sono accaduti episodi poco trasparenti che hanno interrotto attendibili canali di informazione nel web riguardanti il concorso per Dirigenti scolastici in Sicilia. Non si parla più di prove orali, non si parla più di ricorsi, non si parla più di prove scritte corrette o scorrette, non si parla più e basta. A volte il  parlar troppo può distruggere  e far svanire un obiettivo costruito con il sacrificio di un lavoro intenso e certosino, a volte l’amico di mille battaglie può tradire per un tozzo di pane, a volte le speranze di veder riconosciuto il merito professionale si sciolgono al cospetto dell’interesse personale di chi deve essere collocato al posto giusto nel momento giusto.  

 


Le regole del silenzio valgono ancora di più se risiedono in una terra economicamente povera e molto spesso esposta all’ illegalità diffusa, valgono ancora di più in una terra condizionata sin dalle sue origini  da piccoli gruppi di potere per il potere, valgono ancora di più in una terra dove un semplice concorso pubblico può fare la differenza sociale di chi lo vince. Stare in silenzio vuol dire attendere, vuol dire riflettere sulle mosse future, vuol dire ripassare le azioni già eseguite per riflettere meglio su quelle da eseguire.  Il  silenzio innervosisce chi ha qualcosa da nascondere, chi avendo stabilito a tavolino strategie e tattiche non ha più la sicurezza della loro efficacia, chi abituato a tradire non ha più nulla da riferire. Il silenzio, però è premonitore di qualcosa che con il silenzio ha poco a che fare: la tempesta, la saetta, il fulmine, il boato. Se tempesta sarà, ben venga la tempesta, purché sia portatrice di legalità, di trasparenza e di regolarità procedurale. Chi vivrà vedrà.

Aldo Domenico Ficara