Ministro io? Mille assunzioni solo per rifondare la cultura

SALVATORE SETTIS, STORICO DELL'ARTE
23/03/2013
 
 
Contro il declino dell'intelligenza. Contro chi taglia la cultura. Contro chi gode del declino italiano. Ma anche a favore di un dissenso costruttivo e progettuale che rilanci le sorti di questo Paese così amato. Salvatore Settis fa un mestiere affascinante, l'archeologo, ma ha saputo ben complicarsi la vita da docente universitario, direttore della Normale di Pisa fino al 2010, già alla guida del Getty Center di Los Angeles, membro di organismi internazionali, presidente del Comitato scientifico del Louvre di Parigi. Ha dichiarato guerra ai tagli indiscriminati all'università, si è dimesso dalla presidenza del Consiglio superiore dei beni culturali perchè gli era impossibile non criticare la linea del governo Berlusconi. «Non che quelli che sono venuti dopo abbiano fatto meglio» precisa. Scrive. Libri come fendenti: ha concluso un trittico per Einaudi, inaugurato con “Italia spa. L'assalto al patrimonio culturale” nel 2002 , proseguito nel 2010 con “Paesaggio.Costituzione Cemento” e ora presenta “Azione popolare.Cittadini per il bene comune”, 2012.  Stamane sarà a Vicenza alle 10.30 a palazzo Leoni Montanari ospite dell'Istituto di storia di Vicenza all'interno del progetto sulla “Storia delle Venezie” dove parlerà del paesaggio tra etica, economia e diritto. Alle 17.30 sarà nell'Odeo del Teatro Olimpico per un evento congiunto del Comune di Vicenza e dall'Istituto di storia, introdotto da Dino Piovan, antichista: sarà il libro“Azione popolare. Cittadini per il bene comune” ad animare il dibattito.






Era inevitabile che lei fomentasse l'azione popolare.
Io nasco archeologo ma non posso tacere sulla contemporaneità e sull'assalto al patrimonio culturale: provo a sostenere con la Costituzione alla mano che il diritto alla cultura è come il diritto alla salute, è un elemento di vera democrazia. Dico fin d'ora che non ci sarà un quarto libro in questo crescendo.

Di indignazione?
Anche.

Una delle sue tesi pluriennali è che bisognerebe riunificare i ministeri dei Beni culturali e dell'Ambiente, l'oro dell'Italia. Perchè non ci si riesce?
È la difficoltà di ragionare in termini innovativi da parte della burocrazia ministeriale e dei partiti tradizionali. Non so ancora che dire di questo nuovo che avanza...Io credo che ci sia una burrocrazia bloccata dalle logiche di potere: due ministeri, due centri di spartizione. È la stessa logica che ha suddiviso le leggi di tutela tra Stato, Regioni, Comuni finendo col devastare il nostro territorio, dove ciò che lo Stato non consente si fa con norme comunali o regionali.

Presentando i suoi libri ha incontrato migliaia di italiani.
Ho fatto 120 presentazioni, con sale da 100 a 3 mila persone ed è gente viva, che capisce. Mentre i partiti sono immobili e lo si è visto nei programmi elettorali dove non c'era accenno alla cultura e all'ambiente, oppure erano discorsi generici come nell'agenda Monti. In Italia la coscienza civile sta crescendo: una valutazione attendibile dice che i movimenti che proteggono monumenti e paesaggi, da un bosco alla pieve, sono almeno 30 mila. Significa almeno 4 milioni di cittadini che vogliono nuova politica, non anti politica, che si misuri sulla rappresentanza come dice l'articolo 67 della Costituzione.

Di tutte le aggressioni che ha visto in Italia, qual è il paesaggio più ferito?
Due casi e uno vi riguarda. Il primo è l'invasione del cemento e delle disariche illegali nella Campania felix , dove sono state offese zone archeologiche e monumentali. Il secondo è il Veneto dell'invasione micidiale dei capannoni industriali e delle strade inutili. Qui su un paesaggio tra i più mirabili al mondo per il rapporto di equilibrio tra edificato e campagna, con la complicità delle istituzioni si è trasformato tutto, in un sucidio urbanistico compiuto senza che il Veneto se ne rendesse conto. Spero sia iniziata la stagione della riscossa per ridurre i disastri e ricucire il tessuto delle vostre ville meravigliose, guardando ai contesti: bisogna abbattere tanti capannoni inutili e riqualificare il territorio con l'agricoltura. Si crea lavoro anche così.

L'hanno candidata al Quirinale quelli di Caterpillar...
Io penso che più che di persone c'è bisogno di progetti. Una iniziativa generosa e simpatica ma rischia di essere una bolla di sapone se non è sostenute da programmi veri.

Forse c'è voglia di maestri.
Forse, ma se non si riparte dalla sovranità popolare e dall'idea che il compito del cittadino non si esaurisce con una croce sulla scheda, non andremo da nessuna parte. Le dico però che il discorso della presidente della Camera Boldrini è stato un grande segnale.
Se la chiamassero a fare il ministro di Cultura e Ambiente?
Chiederei il ripristino del miliardo tagliato nel 2008 e assunzioni per almeno 1000-1500 giovani, basate esclusivamente su merito e competenza per provare a riavviare gli organismi decentrati.


Nicoletta Martelletto