Nelle prove tecniche di governo si vuole svendere la scuola pubblica ?



Il Partito Democratico cerca consensi  per avere il voto di fiducia al senato e si rivolge a tutte le forze politiche concordi con gli otto  punti programmatici esposti nei giorni precedenti. Tra i suoi interlocutori c’è anche  la Lega a cui il partito dell’onorevole Bersani potrebbe offrire  come contropartita al voto di fiducia  la regionalizzazione della scuola statale cominciando proprio dalla macroregione del nord, oggi rappresentata da Lombardia, Piemonte e Veneto. Sono ancora in molti a seguire il Movimento 5 stelle  e sperare che da quella parte  arrivi il  miracolo di un accordo politico con il PD,  necessario per  un rilancio della scuola pubblica. Ma da quelle parti nulla si muove, nessun sostegno a governi gestiti dalla politica classica, nessun accordo di buon senso, nulla di nulla. Su questo nulla s’infiltrano altre ipotesi di accordo, altre linee politiche, altre strategie di cambiamento.






Come si legge in alcuni siti web sul mondo scolastico l’attuale responsabile scuola del PD afferma: ”il governo della scuola è frammentato su troppi livelli: Ministero dell'Istruzione, con competenza sulle regole generali e gli ordinamenti; Ministero dell'Economia, con competenza sugli stipendi degli insegnanti; Regioni, responsabili del dimensionamento, ovvero del numero e della localizzazione degli istituti, e della formazione professionale; Province, a cui spetta la manutenzione degli edifici nella secondaria di secondo grado (le superiori); Comuni, a cui spettano gli edifici della scuola primaria e secondaria di primo grado, oltre a tutta la scuola dell'infanzia; Istituzioni scolastiche autonome, cui oggi di fatto competono solo le supplenze brevi e le attività extra-curriculari”. E  ancora  “svuotare il MIUR  e decentrare verso le Regioni, è la "soluzione preferibile", "realizzare pienamente l'autonomia delle singole scuole in campo didattico, finanziario, amministrativo e gestionale, rafforzando al contempo la verifica dei risultati dal parte del centro". Verrebbe da dire si scrive sussidiarietà si legge possibile e probabile sfascio della scuola pubblica,  soprattutto in quelle regioni meridionali dove sicuramente ci sono minori risorse finanziarie da cui attingere. L’augurio è quello che un futuro governo del cambiamento cambi il sistema scuola migliorandolo.


Aldo Domenico Ficara