Offshore Leaks italiana

Si riporta dal sito web Young.

Il primo nome a spuntare è stato quello di Fabio Ghioni, ex capo della sicurezza informatica di Telecom Italia, condannato a 3 anni e 4 mesi per aver estratto illecitamente dati privati di alcuni clienti dai database dell'azienda. Ghioni sarebbe riconducibile alla posizione di presidente della società Constant Surge Investments delle Isole Vergini Britanniche, attiva tra 2006 e 2009.

Spunta, poi, il nome di Gaetano Terrin, commercialista attualmente nel collegio sindacale di Generali. Nel 1997, quando lavorava per nello studio milanese di Giulio Tremonti fu nominato custode del Claudius Trust alle Isole Cook, che rimase attivo fino al 2006. Il recapito consegnato all'epoca era proprio quello dello studio Tremonti, però il commercialista spiega che "lo studio Tremonti non c'entra" e quell'incarico fu accettato per amicizia.


 



Ci sono poi delle "reti" molto più complicati da analizzare: è il caso della struttura di trust  alle Isole Cook che fa capo a Silvana Inzadi in Carimati di Carimate dal 2002 (all'epoca 81enne) al 2008 e che si sviluppa tra parenti e amici con una trama degna di "Beautiful". I nomi dei trust sono SICC, CTC101 e ETC202, tra le cui carte sarebbero usciti importanti nomi dell'aristocrazia e imprenditoria milanese: quello di Claudio Pederzani e dei due figli, Alberto jr. e Alberto sr., appartenenti alla famiglia titolare della gioielleria di via Montenapoleone che ha riempito e riempie generazioni di nobili di brillanti, assieme alla madre del figlio minore, ormai ex moglie di Claudio Pederzani, Maria Cristina Agusta (figlia di Mario, proprietario storico dell'azienda aeronautica italiana). Ci sono poi i nomi di Enrico Carimati di Carimate, della sorella Daria (assieme ai figli avuti con Pier Luigi Camurati, Nicolò e Cristiana) e del figlio di Enrico, Ascanio, avuto dal secondo matrimonio di Maria Cristina Agusta.
All'interno di questa intricata rete di rapporti da verificare sono spuntati anche i nomi di 3 enti caritatevoli come beneficiari: Unione Italiana Ciechi, LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids) e Centro per il bambino maltratatto. "L'Espresso" riporta le parole di alcune sue fonti che sostengono che la presenza dei nomi di questi enti siano stati fatti per evitare eventuali controlli della magistratura. I 3 enti sono stati tra i primi dei tanti che hanno negato di sapere di essere beneficiari di questa struttura di trust, e hanno voluto sottolineare il fatto che non hanno conti offshore, né rapporti con gli altri elementi citati nell'inchiesta.

Una coppia molto attiva sembrerebbe quella dei fratelli Severgnini: Oreste e Carlo, commercialisti milanesi di rilievo, comodamente seduti nei CdA di gruppi italiani di editoria, alimentazione, moda e finanza. Carlo Severgnini, nel 2009, è stato nominato amministratore del Moritz Trust, che possiede azioni della Roxyn Ltd., società con sede nelle Isole Vergini britanniche. Nello stesso anno la nomina a "protector" è quella di Stefania Tomasini, collaboratrice dei due commercialisti negli uffici di Cassarate/Lugano. La donna viene collegata, nell'inchiesta, ai nomi di Marcello Vittorio Bottoli, Riccardo Daniel Bottoli e Vittorio Alexander Bottoli, dirigenti di diverso livello di varie società elvetiche e italiane.