Pensioni a rischio senza una crescita reale dell’economia




Si fa un gran parlare di flessibilità in uscita, di pensioni d’oro e di esodati, ma all’orizzonte ci sono nubi minacciose che potrebbero annullare tutti questi discorsi, anzi potrebbero annullare proprio le pensioni future. Oggi  facciamo i conti con l’attuale normativa dove il quarantenne che  ha iniziato lavorare dopo il 31 dicembre 1995,  riceverà una prestazione determinata sulla base del metodo contributivo. Il cinquantenne, in possesso di meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995, potrà contare sul metodo misto secondo quanto stabilito dalla Riforma Dini. Il sessantenne invece, in possesso di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995, si vedrà applicare il metodo retributivo, quindi quello misto secondo quanto stabilito dalla riforma Fornero.
 

 
 
I conti però vanno fatti anche con la crisi economica che non molla la presa sulla vita reale degli italiani, infatti, è difficile ipotizzare che l'attuale struttura del nostro sistema pensionistico, basato sul metodo della ripartizione, possa essere mantenuta inalterata in un contesto in cui il nostro bel Paese non sia in grado di garantire nel lungo termine una crescita reale dell'economia.