Le tre razze docenti : “ i fidi remunerati , gli inutili ignavi e i pericolosi infedeli”

di Lucio Ficara 
Ma quanto era bella la scuola di una volta dove la didattica curricolare e non i  pseudo progetti  retribuiti con il fondo d’istituto , era al centro dell’attenzione dei docenti. Nella scuola di una volta si pensava,  con estrema passione e competenza didattica,  alla lezione curricolare da offrire agli studenti, senza disperdere in mille rivoli progettuali, come avviene nella scuola dell’autonomia scolastica, tutta l’energia  professionale che un docente possiede. Ma dove sono finiti quei bei collegi dei docenti, dove si dibatteva, a volte anche aspramente, si proponeva e poi si votava la linea didattica-educativa da tenere? Oggi a sentire le opinioni di tantissimi insegnanti, il Collegio dei docenti è un organo collegiale passivo, che subisce  le informative dirigenziali ed approva, quando è chiamato a farlo, le decisioni pianificate e già programmate dal dirigente scolastico. Un organo collegiale , quello dei docenti, divenuto passivamente acquiescente alla volontà del capo d’Istituto, tanto che si sta pensando seriamente, nel quadro delega di riordino degli organi collegiali, di renderlo un organo consultivo che può esprimere pareri ma non potrà più avere poteri deliberanti. Ma dove sono finiti i docenti di un tempo, capaci di argomentare, con fine oratoria,  su temi didattici e riuscivano, con estrema abilità dialettica e di contenuti, a mettere anche in difficoltà il preside? Sono cambiati i docenti?
Oggi il corpo docente non è più in grado di dibattere, di argomentare e portare avanti le proprie tesi? Niente di tutto questo. È cambiata la scuola e la sua democrazia interna e la sua struttura amministrativa ed organizzativa. Con l’avvento dell’autonomia scolastica , si è deciso di dare poteri e responsabilità ad una sola figura, il dirigente scolastico, che non è soltanto il responsabile legale della scuola, ma colui che amministra la gestione  delle risorse umane  ed economiche della scuola. L’assegnazione di poteri forti alla figura dirigenziale ha di fatto contribuito ad una forma di acquiescenza dei docenti nei confronti della figura preminente, che organizza il lavoro e amministra anche finanziariamente la scuola. Ad ascoltare i docenti più anziani, che non hanno remora di parlare, e hanno conosciuto la scuola centralizzata, ed adesso stanno vivendo il passaggio dalla autonomia scolastica ad una super autonomia, dove il dirigente scolastico avrà assegnati ancora più poteri decisionali, si coglie l’amarezza di chi è stato testimone di una vera e propria trasformazione antropologica della classe docente. Ma di quale trasformazione antropologica parlano i docenti più anziani? Mentre una volta la classe docente era compatta e forte, anche per conquiste dei diritti  sindacali, negli ultimi quindici anni abbiamo assistito ad un evidente mutamento di atteggiamento dei docenti, nei confronti di una dirigenza scolastica forte e sempre più forte. Certo è che la dirigenza forte, ha azzittito quei docenti capaci di autonomia di pensiero, capaci di sollevare discussioni collegiali ed ha alimentato i rapporti fiduciari con i singoli docenti.  É opinione diffusa che la classe degli insegnanti delle scuole pubbliche, si è divisa ormai in tre gruppi, che fanno riferimento sempre alla dirigenza scolastica:  ci sono i fidi remunerati, gli inutili ignavi e i pericolosi infedeli. Solo i primi saranno meritevoli di una promozione di carriera, in quanto la loro fedeltà al capo è giusto che venga ripagata, gli inutili ignavi potranno continuare a svolgere il loro lavoro, senza infamia e senza lode, fino al suono della campanella, per i pericolosi infedeli che osano non essere allineati alle direttive del supremo capo, il rischio potrebbe essere qualche sanzione disciplinare, fino ad arrivare al licenziamento. Una cosa è certa anche volendo appartenere alla categoria del fido insegnante, bisogna sapere che questo ruolo sarà categoricamente a numero chiuso.