RIFLESSIONI SEMI ACCADEMICHE SUL SINDACATO di Giancarlo Memmo

26 ottobre 2014 alle ore 10.18

Dunque ieri, sabato, si manifesta il sabato per vari motivi..., c'è stata a Roma l'iniziativa della Cgil, inizialmente accreditata per 150.000 partecipanti poi la Camusso li ha contati e ha certificato: "siamo un milione!".
Il Sindacato ci vuole, perchè il Lavoro e il Kapitale, che ne pensi Boldrin e il dott. Giannino, non sono "amici per la pelle", quindi il Sindacato è elemento di libertà e di democrazia stessa.
Probabilmente studiare l'organizzazione sindacale di ogni Paese, ci può dare elementi importanti di quello che possiamo astrattamente chiamare: il grado di civiltà.
Quando studiavo Diritto Costituzionale, ci tengo a precisare che non ho seguito i corsi e l'università della graziosa ministra Maria Elena Boschi, mi hanno spiegato che lo "Statuto dei lavoratori", era il naturale compimento costituzionale della nostra Carta e dei suoi valori "democratici". In sostanza inseriva il rapporto tra Kapitale e Lavoro nel mondo della produzione, non come necessariamente conflittuale ma come "cooperativo".
Mi pare ovvio che se da una parte c'era lo strumento "estremo" dello sciopero, che i lavoratori collettivamente potevano usare, dall'altra c'era quello (un pò spuntato) della "serrata" da parte dei datori di lavoro-capitalisti.
Nella dialettica dei rapporti aziendali del mondo della produzione, si ascriveva perfettamente l'art.18, cioè il divieto di licenziamento senza giusta causa o ad libitum, e la reintegrazione...inutile spiegare le ragioni.
Naturalmente parliamo del "secolo scorso" e forse anche di quello prima: indicativo a mio avviso sarebbe un tour a Crespi d'Adda per capire cos'era un "industriale".
Oggi però siamo nell'epoca della caduta dei profitti industriali e dell'ascesa irrefrenabile dei profitti finanziari:
è la finanziarizzazione dell'economia, una sorta di imperialismo finanziario che sta esplodendo.
Naturalmente il Sindacato, ente di fatto "non registrato", iniziò anche una copiosa produzione normativa: i Contratti Nazionali di Lavoro.
Di per sè il principio non è sbagliato: devi fare accordi che abbiano "valore di Legge" per garantire gli "standard normativi minimi" della prestazione lavorativa ed evitare abusi.
Tuttavia mi chiedo che cosa sarebbe successo se il "Costituente" o il "Legislatore" non avesse messo qualche paletto che so sulla giusta retribuzione o sulla durata della giornata-settimana lavorativa?....insomma il modello "Taranto" della regione di Nichi Vendola, lo spiega più di tante parole.
Ma oltre questa produzione normativa, il Sindacato ha fatto molto di più: è nato per difendere i diritti dei lavoratori e ha voluto poi dire la sua per creare lavoro, visto che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro.
Il secondo passaggio, dopo quello normativo dei CCNL, è davvero interessante perchè il Sindacato ha iniziato a fare "politica industriale".
E' vero i "capitalisti italiani" forse non sono un gran che in termini di politica industriale e non solo, tuttavia teoricamente, come prima c'era il Parlamento, adesso ci sarebbe il Governo che sarebbe deputato a farla.
Il Sindacato ha dato una mano. Come? Promuovendo e concertando politiche di creazione di posti di lavoro pur che sia, infatti le nostre retribuzioni da lavoro sono finite in coda sotto ogni classifica: quindi ha accettato di barattare posti di lavoro con la qualità del lavoro.
Memorabili sono le barzellette di Agnelli e Lama sulla cassa integrazione FIAT e su come veniva modulata. Il punto è purtroppo che è andata proprio così!
Il Sindacato che non guardava gran che alla "qualità del lavoro" è diventato un soggetto politico che ha aiutato a far nascere una sinistra "di lotta e di governo" (semplifichiamo Renzi "di governo", Camusso e perdenti del PD "di lotta", con la graziosa collaborazione di quell'anima ecologista-ambientale e difensore della salute di Vendola).
Quindi altro passaggio: dalla qualità del lavoro alla quantità di lavoro, da organizzazione sindacale a cinghia di trasmissione politica del sistema della Sinistra (purtroppo il termine è di Lenin io non riesco mai ad inventare nulla di nuovo, sigh..utilizzo cose di altri, accidenti).
Era ovvio che il Sindacato diventasse "Centro Servizi Polivalenti Nazioanale", inutile parlare dei CAF e di tutto il resto, chi legge sa.
Ora che il Sindacato, che storicamente difendeva le prime masse agricole proletarizzate, è diventata una Holding è altrettanto ovvio che questa sua "mutazione genetica" ha inciso sulle sue finalità, che sono un tantino "strumentali", non sono più quelle originarie, gli esempi sarebbero innumerevoli.
E' altrettanto ovvio che il Sindacato, nato come espressione dei "lavoratori" è diventato espressione dei "pensionati" con tutte le sue conseguenze.
La Storia quando vuole sa essere davvero beffarda.
Chi ha inventato le "pensioni"? Mussolini.
Chi ha ridotto le pensioni alla fame? Il Sindacato e la Sinistra di "lotta e di governo".
Chi ha inventato l'IRI? Mussolini.
Chi ha depauperizzato-privatizzato tutti i "beni sociali"? La Sinistra con il silenzio assenso del Sindacato.
Cose analoghe si potrebbero dire sullo stereotipo del "capitalista illuminato" e sulla critica "paternalista" del Sindacato, che di fatto ha consegnato i lavoratori all' "efficienza del mercato"!
Chi ha regolamentato il Mercato del Lavoro? Il Sindacato, le associazioni industriali e commerciali e il Governo.
Chi ha destrutturato il Mercato del lavoro? Treu, Prodi, la Sinistra nel solito silenzio assenso del Sindacato.
Ora, la regolamentazione o jobs-act del "fiorentino" è in fondo quella che propone il finanziere off-shore Serra (non a caso dopo Gori Giorgio, manager Mediaset, altro uomo della "Sinistra di Governo"): il diritto di sciopero va abolito!
Il punto è che nessuno si rende conto che il modello di questi graziosi signori è identico a quello dei paesi asiatici in via di sviluppo, quindi noi competiamo, ammettendo che "la competizione" sia una cosa buona e giusta, copiando i modelli dei "paesi arretrati": finanziarizzazione dell'economia fatti capanna, che qui c'è trippa per gatti!
Qualche economista, che ha ancora un briciolo di dignità, ha iniziato a correlare le aziende con contratti a tempo indeterminato con la capacità di innovazione e di ricerca e sviluppo..e si potrebbe continuare comparando realmente i vari modelli di mercato del lavoro, non ad libitum (cioè come caxxo ci piace tanto per metterci nell'onda "che va per la maggiore") ma realmente, ma per i "chierici" non è conveniente.
Buona domenica, se potete.