Aggiornamenti in progress di ANIEF prima del varo della 107/15


Nel sito web dell’ANIEF l’otto giugno 2015 veniva pubblicato un aggiornamento in progress riguardante le dinamiche politiche che avrebbero condotto al varo parlamentare della riforma della buona scuola. Si vuole riproporre l’articolo (http://46.37.6.176/index.php?option=com_content&view=article&id=12453%3Aaggiornamenti-in-progress-lunedi-8-giugno-2015&catid=131&Itemid=841&showall=1&limitstart= ) come una sorta di amarcord legislativo di quella che sarà una delle riforme più sentite dal mondo della scuola

 

Orizzontescuola (f.to Lalla) spiega con la consueta competenza la ratio del provvedimento correttivo:“Il Miur raddrizza il tiro del dm n. 248 del 4 maggio con il quale aveva stabilito le finestre semestrali (1° agosto e 1° febbraio di ciascun anno) e negato a chi non sia già iscritto in terza fascia delle graduatorie ad esaurimento di poter transitare in seconda dopo aver conseguito l'abilitazione…. Il Miur quindi rivede tale decreto e con un nuovo decreto, il n. 326 del 3 giugno 2015, stabilisce che anche i docenti della scuola secondaria di I e II grado non presenti nelle corrispondenti graduatorie di III fascia hanno la possibilità di iscriversi nell'elenco aggiuntivo, relativo alla finestra di aggiornamento, alla II fascia delle graduatorie di istituto… . Nelle more della pubblicazione degli aggiornamenti, il titolo costituisce priorità per l'attribuzione degli incarichi in III fascia delle graduatorie di istituto”. (www.orizzontescuola.it/news - 4 giugno 2015).

° Una balena rosso chiarissimo

“Balena bianca” era denominata la DC, in quanto nel pachidermico ventre poteva ospitare comodamente tutti (o quasi), da Tambroni e Scelba, a La Pira e Fanfani. Nell’acquario della politica c’è ora un pachiderma rosso chiarissimo, e Renzi vi ospita – finché ne avrà convenienza – perfino prole montiana (ad esempio la Giannini) e soggetti dal caratterino difficile (Bindi versus De Luca). Ma non tutti stanno dentro comodamente. Il senatore PD Alfredo D’Attorre ha detto: "Serve ora un'analisi del voto meno superficiale: non serve a nulla indicare facili capri espiatori né in Liguria né altrove. Perché c'è il problema di un'emorragia di dimensioni molto preoccupanti in tutte le regioni… Dovremo trovare il modo di coinvolgere gli iscritti ed elettori sulle scelte da fare: non si può applicare un programma che viene avvertito estraneo dagli elettori e sul quale si pretende disciplina nei gruppi parlamentari”. In effetti, secondo quanto scrive Aldo Domenico Ficara:“Nell’ultima tornata del voto amministrativo del 31 maggio 2015 rispetto alle elezioni europee il Pd ha perso 2.143.003 voti, 1.083.557 rispetto alle politiche 2013, 600 mila rispetto alle regionali del 2010” (Latecnicadellascuola.it, 3 Giugno 2015). Limitandoci alla politica scolastica: in Senato, i parlamentari del PD facenti parte della minoranza del Partito sono, si calcola, 24; senza il loro voto, il d.d.l. 1934 non passa (a meno che FI non si sostituisca ai dissenzienti modificando la base politica del governo). Ecco dichiarazioni perplesse circa la maniera in cui Faraone e Puglisi gestiscono il decreto. A il Manifesto, il senatore PD Stefano Fassina ha dichiarato: Continuo a sperare in una correzione del Ddl scuola, dopo uno sciopero generale a cui hanno partecipato oltre 600 mila docenti e personale Ata. Mi auguro che i gruppi parlamentari, più che Renzi, abbiano un sussulto di autonomia. Se non ci sarà, dopo un risultato elettorale così evidente, allora credo che un cambiamento politico sia irreversibile…”. Su scuola Oggi.org, il senatore PD Walter Tocci fa un ragionamento lineare accompagnandolo con una operazione aritmetica: “Il governo dichiara nella relazione tecnica circa 50 mila insegnanti in aggiunta. Poi si aggiungono altrettanti neoassunti che vanno a coprire il turn over rimasto scoperto negli anni passati, arrivando così alla cifra totale dei centomila che è stata comunicata, ma non scritta in legge. In realtà risulta che i vuoti del turnover ammontino a 90 mila e di conseguenza l’organico aggiuntivo si ridurrebbe a 10 mila posti, un livello insostenibile per gestire entrambe le funzioni e forse già insufficiente per le supplenze. Chiederemo al governo di chiarire questo punto cruciale. L’aumento dei fondi di spesa riguarda solo le assunzioni aggiuntive, mentre il turn over è già coperto dall’impegno di spesa per il personale in servizio che va in pensione. Se davvero le 50mila assunzioni aggiuntive fossero solo 10 mila, ci sarebbe lo spazio senza ulteriore aggravio per consentire l’accesso ad altri 40 mila precari oltre quelli già previsti” (“Per una vera riforma della scuola”- 04/06/2015). Il nostro parere. La confusione sui numeri delle assunzioni è intenzionale, voluta per camuffare la grande scaltrezza: l’operazione nuove assunzioni (alla quale il governo è costretto dalla sentenza della CGUE) va contenuta al massimo e parzialmente finanziata con i fondi che fin qui sono serviti a pagare i contratti a t.d. annuali e le supplenze temporanee. Ovviamente, in questo modo, l’organico destinato all’ampliamento dell’offerta (annunziato, con gli squilli degli ottoni, all’art.2 del d.d.l.) si riduce a poche unità per scuola (ed è stata tolta ai vicepresidi l’esenzione dall’insegnamento !). In sostanza, il problema di fondo è: i governi che si sono succeduti dopo Berlusconi non intendono ripristinare gli organici che la Gelmini ha falcidiato. Come avviene con il Jobs act: i contratti a tempo assumono da denominazione “a t.i.” ma vengono strutturati in modo tale da depotenziarne le tutele. Nel caso della scuola, si cerca addirittura di attivare la chiamata discrezionale – senza rispetto delle gerarchie meritocratiche - quasi che il dirigente scolastico amministri capitali propri e che nel pubblico impiego non si entri per pubblico concorso. Cose da manicomio.     

 
Leonardo MAIORCA