“Se il mondo del lavoro italiano
somiglia a una giungla, certi insegnanti della scuola pubblica somigliano a
quei guerriglieri che ancora si ostinano a combattere una battaglia finita da
decenni: quella per il posto fisso. Annalisa Chirico racconta la surreale
ribellione dei professori meridionali al trasferimento al nord, paradigma di un
Paese diviso su tutto, tranne che sulle pretese.
Perché il posto fisso resta
sacro, anche se non esiste più. Solo che i samurai dell’immobilità, gli ultimi alfieri inconsapevoli del
clientelismo e degli stipendifici della Prima Repubblica, non se ne sono
accorti”. Questa è la presentazione di
un libro edito da Il Giornale dal titolo
“ I samurai del posto fisso “. Lo stesso Il Giornale in un suo articolo pubblicato
il 26 luglio 2016 scrive (http://www.ilgiornale.it/news/cronache/nuovo-piano-statali-addio-posto-fisso-e-scatti-1289219.html
): “Palazzo Chigi avrebbe già studiato un piano per eliminare due punti chiave:
il posto fisso e gli scatti di anzianità. Come riporta il Corriere della Sera,
la riforma del pubblico impiego potrebbe segnare la fine del "posto
fisso". Di fatto finora le amministrazioni hanno l'obbligo di segnalare il
personale in eccesso. Ma chi non lo fa non viene sanzionato. Adesso, col nuovo
piano, i dirigenti dovranno segnalare i dipendenti in eccesso e qualora non lo
facessero potrebbero venire sanzionati.
Ed è qui la differenza col passato. Chi
è in eccesso verrà spostato anche di 50 chilometri dal luogo in cui lavora per
svolgere servizio in un'altra sede. Oppure verrà sospeso dal servizio con una
riduzione dell'80 per cento dello stipendio. Poi c'è il secondo elemento:
l'eliminazione degli scatti di anzianità. Ogni anno tutti dipendenti pubblici
saranno valutati dai loro dirigenti per il lavoro fatto. E sulla base di quelle
pagelle sarà assegnato un aumento, piccolo o grande a seconda delle risorse
disponibili”.
Quindi pure chi scrive, che nella sua veste di insegnante deve
sapere che il posto fisso è finito, allo stesso tempo vuole evidenziare il
fatto che senza una buona continuità didattica ( strettamente legata al posto
fisso ) anche la cultura disciplinare è finita.
Aldo Domenico Ficara