Matteo Renzi padre della riforma della scuola (
legge 107/15 ), insieme a Stefania Giannini e Davide Faraone, dopo aver perso il referendum costituzionale
dichiara: “ Il popolo italiano ha parlato in modo inequivocabile chiaro e
netto. Questa riforma è stata quella che abbiamo portato al voto, non siamo
stati convincenti, mi dispiace, ma andiamo via senza rimorsi. Come era chiaro
sin dall'inizio l'esperienza del mio governo finisce qui. Nel pomeriggio
riunirò il consiglio dei ministri e poi salirò al Quirinale per consegnare al
presidente della Repubblica le dimissioni". Quindi il primo step di
democrazia popolare è stato raggiunto, la Costituzione italiana è salva. Chi
però ancora non è salvo è il sistema scolastico nazionale, travolto nel luglio
del 2015 da un " cancro didattico - organizzativo " chiamato “ Buona Scuola “. Una “ Buona Scuola “ che dovrà
spiegare tante cose al popolo italiano, prima di tutto il funzionamento dell’algoritmo
sulla mobilità, che ha disgregato migliaia di famiglie meridionali ( tantissimi
i NO provenienti dalle regioni meridionali ). I punti da analizzare e
modificare sono quelli del mancato referendum sulla scuola: Chiamata diretta, ambiti
territoriali e alternanza scuola – lavoro.
Esercizi di memoria anche verso
chi ha pensato, progettato e attuato questa mattanza sociale, soggetti senza
scrupoli, privi di qualsiasi solidarietà sociale, capaci di dire solo che il
termine “ deportazione “ non era appropriato. Ora sicuramente assisteremo ad un
walzer di poltrone, quindi l’attenzione deve rimanere alta, perché le prossime
decisioni politiche sulla scuola possano venire da studiosi intellettualmente
onesti.
Aldo Domenico Ficara