Ricordiamo Tullio De Mauro attraverso un’intervista su La Buona Scuola


Intervista a Tullio De Mauro di Giacomo Russo Spena

Il giudizio è fermo: “Il provvedimento va ritirato”. Tullio De Mauro ragiona senza ideologismi, argomenta e analizza i dati. Illustre italianista, storico docente universitario di Linguistica alla Sapienza di Roma e, per un brevissimo periodo, ministro dell’Istruzione ha le idee chiare sulla buona scuola: “Non è una riforma, nel ddl manca un quadro complessivo di riassetto del sistema scolastico”. Una bocciatura, netta, per il governo Renzi. ( I domanda: Professore, entriamo subito nel merito del disegno di legge. Quali aspetti non la convincono?).  Dal potere incontrollato dei presidi al ruolo semplicemente consultivo del collegio dei docenti, fino all’assurdo sistema di finanziamento. Il meccanismo del 5 per mille non agevolerà l’autonomia scolastica ma la diseguaglianza: si amplierà la divaricazione economica tra le scuole creando quelle di serie A e quelle di serie B. Nelle zone benestanti giungerà al plesso scolastico un importo maggiore rispetto alle strutture poste in zone disagiate e povere del Paese. Infine, la questione della stabilizzazione degli insegnanti precari come intimato da una sentenza europea. Nel ddl i numeri sono avvolti nell’oscurità, rischiamo di attuare soltanto 100mila assunzioni. E per gli altri? (II domanda: È giusto utilizzare il termine “riforma” per la buona scuola della ministra Stefania Giannini?).  Lo affermava lo stesso premier Renzi, mesi fa. Non considerava il provvedimento una riforma strutturale mentre nella versione definitiva del testo si è palesato, impropriamente, il termine. Il vero dilemma della buona scuola non è rappresentato dalle misure sbagliate, quanto dalle gravi manchevolezze: è assente un quadro complessivo di riassetto e di riorganizzazione dell’intero sistema di istruzione. Siamo lontanissimi. E il Paese ne aveva invece bisogno per riagganciare la scuola ai valori della Costituzione vigente.