(
Lettera aperta ai 600 Docenti Universitari )
In una lettera inviata al Ministro
dell’istruzione i docenti universitari denunciano le carenze linguistiche dei
loro studenti (grammatica, sintassi, lessico), con errori appena tollerabili in
terza elementare. Nel tentativo di porvi rimedio, alcuni atenei hanno persino
attivato corsi di recupero di lingua italiana. A questo scopo, i
docenti universitari firmatari della lettera aperta propongono le seguenti linee di intervento:
·
una
revisione delle indicazioni nazionali che dia grande rilievo all’acquisizione
delle competenze di base, fondamentali per tutti gli ambiti disciplinari. Tali
indicazioni dovrebbero contenere i traguardi intermedi imprescindibili da
raggiungere e le più importanti tipologie di esercitazioni;
·
l’introduzione di verifiche nazionali
periodiche durante gli otto anni del primo ciclo: dettato ortografico,
riassunto, comprensione del testo, conoscenza del lessico, analisi grammaticale
e scrittura corsiva a mano.
·
Sarebbe
utile la partecipazione di docenti delle medie e delle superiori
rispettivamente alla verifica in uscita dalla primaria e all’esame di terza
media, anche per stimolare su questi temi il confronto professionale tra
insegnanti dei vari ordini di scuola.
Tutto condivisibile, ma manca un pezzo
del declino: la Matematica.
A tal riguardo riporto una mia
esperienza personale che periodicamente verifico con gli studenti degli
istituti tecnici, ovvero chiedere la resistenza elettrica equivalente di 2
resistenze collegate in parallelo ( una resistenza da un Ohm e l’altra da 100
Ohm ). Per risolvere il quesito si deve fare la divisione tra 100 e 101 ( 100
diviso 101 ). Le risposte, anche al quinto anno delle scuole secondarie di
secondo grado, sono: “ posso prendere la calcolatrice ? “ o “ sono anni che non
faccio una divisione “ o “ impossibile perché
il 100 non può entrare nel 101”. Una semplice testimonianza per far capire che
il declino culturale nel sistema istruzione coinvolge tutte le discipline ed è
per questo che l’innovazione tecnologica e lo sviluppo economico del nostro
Paese non solo si è fermato, ma potrebbe regredire pericolosamente.
Aldo Domenico Ficara