Gli studenti di oggi: senza regole, limiti e imposizioni, secondo i canoni della più libertaria delle pedagogie



Riportiamo  l’inizio di un accorato intervento di Paolo Sarti, pediatra di lunga esperienza,  pubblicato nel marzo del 2011 sulle pagine  di “Un pediatra per amico” (UPPA); un articolo destinato a far riflettere e discutere … e probabilmente anche a suscitare polemiche. L'articolo inizia così: “ Lo chiedono con forza e da tempo, senza saperlo, con la loro irrefrenabile agitazione, i loro incontenibili nervosismi, i sonni ormai impossibili, le disappetenze ostinate e le isteriche bulimie. Bambini cresciuti con una rabbia e un’arroganza relazionale ingiustificate e insostenibili, un’ansia da prestazione esasperata. Capaci di soccombere per un insuccesso scolastico fino a farci registrare un inquietante aumento di suicidi adolescenziali, per fallimenti spesso minimali e futili motivi. O, all’opposto, istericamente aggressivi, con gestualità minacciose e sfidanti, anche solo per festeggiare un successo sportivo strappato con ossessiva tenacia, solitamente priva di regole e di rispetto. Niente regole, niente limiti e niente imposizioni naturalmente, secondo i canoni della più libertaria delle pedagogie: tutto concordato, vagliato e deciso con loro e a loro subordinato …”. A tal riguardo vogliamo ricordare un episodio accaduto il 3 maggio 2016 in una scuola di Città di Castello, dove un insegnante spiegò l’accaduto: “ Un ragazzo era per terra circondato da altri quattro, un’altro era in procinto di sollevare un banco, la docente presente piangeva disperata e le studentesse presenti erano molto spaventate. Una di loro è addirittura svenuta mentre un’altra ha avuto una crisi di panico”. Il professore presente, uno dei due docenti intervenuti, cercando di sedare il disordine venutosi a creare, rimediò anche una frattura ad un dito della mano (prognosi di 20 giorni). Lo stesso ha poi espresso le sue considerazioni in merito all’accaduto: “Nella scuola, come nella società in generale, occorre prendere decisioni radicali volte al rispetto delle regole, dell’educazione e riguardanti i concetti di famiglia e amicizia. Non esiste più Rispetto per nulla. Anche un episodio come questo, per quanto gravissimo, è divenuto un pretesto per attaccare l’altro. E questo non va certo a favore di nessuno”.



Aldo Domenico Ficara