Insegnante fa valutazioni critiche nei confronti dell'islam e viene sospeso per 7 giorni. Richiesta inidoneità all'insegnamento

I fatti sono riportati in un approfondito articolo pubblicato su Il Giornale in cui si scrive: “ Tutto inizia il 31 maggio scorso. Il professore entra in una classe quinta per la lezione di diritto internazionale. Tema: lo Stato Islamico. Quando il prof entra in classe gli studenti si alzano in piedi. Tutti, tranne lei: un'alunna 18enne di origine egiziana che si giustifica affermando di essere in periodo di ramadan. Ne nasce una discussione in cui Marinelli spiega l'origine e il significato del rito musulmano, accennando però valutazioni critiche nei confronti dell'islam e di una pratica di digiuno che “non mi sembra umana”. Apriti cielo. La studentessa esce dalla classe senza permesso, salta la lezione sull'Isis e si becca una nota. Ma non è lei a doversi preoccupare. Poche ore dopo la madre scrive una lettera alla preside, Maria Vittoria Amantea, denunciando “un terribile" fatto "di intolleranza religiosa”. Nella missiva vengono riportate alcune frasi che Marinelli avrebbe pronunciato al fine di “offendere e sminuire" la fede musulmana: l'islam è una religione priva di senso; il Corano è una ridicolaggine insensata; il Ramadan è disumano; l'islam dovrebbe essere vietato dalla legge e via dicendo. Il 24 giugno il caso finisce in presidenza per l'audizione in difesa. Obiezioni, spiegazioni, precisazioni: tutto inutile. Arriva una punizione esemplare: sette giorni di sospensione e relativa decurtazione dello stipendio. Il 4 agosto Marinelli sulla sua pagina FB scrive: “Cari amici, la preside del mio Istituto ha chiesto, nei miei riguardi, una visita medica di controllo, alla Commissione medica di verifica della Sovrintendenza della Lombardia, per accertare la mia idoneità o inidoneità all'insegnamento. Ciò perché lei sostiene che io abbia "disturbi nel comportamento gravi, evidenti e ripetuti, che fanno presumere l'esistenza dell'inidoneità psichica permanente assoluta o relativa al servizio". Acclude una relazione che si è rifiutata di farmi conoscere, ma è molto probabile, essendo stata richiesta dopo i fatti in questione, che riguardi le espressioni non "politicamente corrette" sull'islam. Credo di poter fare un paragone con il trattamento riservato ai dissidenti sovietici, che venivano sottoposti a visita medica in quanto considerati "malati mentali" da rieducare, poiché avevano un pensiero diverso da quello dell'ideologia comunista “.