" E’ dal 2008 che il contratto per il
personale della scuola è bloccato, ed in questi ultimi anni, a causa di una
tendenza a riformare perennemente in chiave peggiorativa il sistema scolastico,
il carico di lavoro per il personale della scuola (docenti ed ATA) è aumentato
significativamente; gli ultimi Governi che si sono succeduti non hanno mai
ascoltato il punto di vista di chi nella scuola lavora tutti i giorni, salvo
poi ricordarsene nel momento delle elezioni, fingendo lacrime di coccodrillo
per gli errori commessi. Il Governo Gentiloni, in perfetta continuità con
quello Renzi, ridotto in uno stato di estrema difficoltà con l’approssimarsi
delle elezioni, fa finta, attraverso i Ministri Fedeli e Madia, di poter
chiudere il contratto del comparto scuola investendo dei fondi che poi il MEF
sistematicamente non concede. Dalle indiscrezioni che sono uscite rispetto ad
una trattativa che ha dei contorni di inquietante segretezza, pare che il
Governo sia disposto a concedere 80 € lordi di aumenti mensili a condizione di
collegare gli aumenti stessi a criteri di meritocrazia individuale che, come
spesso accade nella scuola, non essendo facilmente misurabili, si riducono ad
una meschina battaglia di tutti contro tutti per l’accaparramento della
miseria. Non solo: tali aumenti potrebbero persino peggiorare il salario
complessivo laddove non si provvedesse a evitare che, sommati con lo stipendio
base, facciano scivolare nelle fasce di reddito che non hanno diritto ai famosi
80 € a suo tempo elargiti dal governo Renzi, con la beffa che questi ultimi non
sono soggetti a tassazione, l’aumento in busta paga è lordo.
Per di più, con
l’accordo pre-referendum attraverso cui nel novembre 2016 si cercò di
racimolare qualche sì in più verso la riforma costituzionale, si era almeno
ottenuto il punto che la legislazione ordinaria non potesse peggiorare – come
regolarmente avvenuto in questi anni – quanto stabilito dal contratto
nazionale: ebbene, anche ciò sembra essere sparito. Dal nostro punto di vista,
non è possibile impostare una trattativa così importante con un Governo come
quello Gentiloni nel segreto delle stanze di concertazione, senza un
coinvolgimento attivo dei lavoratori della scuola e senza l’ipotesi di costruzione
di un percorso conflittuale per rivendicare aumenti salariali adeguati al
lavoro che svolgiamo e per evitare che il contratto scuola nella sua parte
normativa si adegui alle modifiche operate con la legge 107. Partiamo da noi,
dai nostri bisogni, costruiamo in maniera autonoma una ipotesi di piattaforma
contrattuale e su questa base apriamo un forte dibattito nelle scuole
accompagnato da una mobilitazione del personale della scuola che riprenda le
motivazioni ed il senso profondo della lotta per l’abrogazione della legge 107.
Legge a cui contrapporre un’idea di scuola democratica, non classista, basata
sui principi della Costituzione, che per alcuni di noi è rappresentata dalla
LIP depositata in questi giorni in Cassazione.
Cominciamo con un’assemblea nazionale
dei lavoratori della scuola, iscritti a tutti i sindacati e non iscritti,
docenti e personale ATA, di ruolo e precari, elaborando una piattaforma ed un
percorso di lotta che sia funzionale alle nostre esigenze. Vi invitiamo a
partecipare all’assemblea che si terrà domenica 17 settembre dalle ore 10 alle
18 a Roma presso via Galilei 53 (metro A, fermata Manzoni) ".
Associazione Illumin’Italia, Lavoratori
Autoconvocati della Scuola, LIP Roma e Lazio, Manifesto dei 500, Osservatorio
Diritti Scuola, Partigiani della Scuola Pubblica