Contratto economico, nulla di nuovo
sotto il sole! Per riprendere un brano musicale di R. Cocciante "Era già
tutto previsto". Tutto era già stato deciso e scritto. Gli annunci del
Ministro, finalizzati più a confondere che a dare certezze, sono terminati. Di
fronte ai documenti, le parole lasciano il palcoscenico.
Le
dichiarazioni al vento del Ministro
A luglio il Ministro aveva aperto la
stagione delle dichiarazioni. I docenti
devono essere pagati molto di più…sono professionisti, dovrebbero essere i
meglio pagati…Ma non bisogna fare demagogia, non è un risultato che si possa
raggiungere in poco tempo. Questa però è l’obiettivo a cui si deve
tendere". Ancora: Se si vuole dare rilancio agli investimenti per la
scuola e per la formazione l’aggancio e’ l’investimento sulla qualità delle
retribuzioni dei docenti, una delle
professionalità più importanti del paese".
Come per imitare la tecnica
dell'elastico (una volta si "tira" aprendo, e subito dopo si
"ritrae" sconfessando quanto
detto qualche ora prima), faceva seguire
questa dichiarazione :"tanti soldi quanti anche la Cgil ha sottoscritto il
30 novembre scorso”. “Considero l’accordo del 30 novembre importante, perché ha
gia’ stabilito qual e’ la cifra media".
E così via fino a qualche giorno fa.
Contratto
economico, tutto era già definito dall'Intesa...
Le aperture, e gli impegni dichiarati
del Ministro per un contratto economico dignitoso, esprimevano la
"desiderata", il sogno di una sindacalista prestata alla
politica. Niente più! In un contesto,
però, di annuncite, perseguivano anche l'obiettivo di nascondere i fatti.
Meglio la realtà costituita da una intesa, dal Mef e dalla legge di Bilancio.
“Faccio fatti e non solo parole!”. La dichiarazione rivela un Ministro nervoso,
messo all'angolo e che tenta di parare i colpi che le arrivano da tutte le
parti. Dichiarazione che potrebbe rappresentare un boomerang, considerati gli
scarsi risultati conseguiti sul fronte del contratto economico.
Ma andiamo con ordine. Cosa si legge nell'intesa
del 30 novembre 2016? " Il governo confermando la vigenza contrattuale nel
triennio 2016-18, si impegna a riconoscere le attuali risorse previste nella
legge di Bilancio per il 2017, aggiuntive a quelle per il 2016, utilizzandone
la quota prevalente per il rinnovo dei contratti. Il governo garantisce che,
con le leggi di Bilancio, saranno stanziate ulteriori risorse finanziarie che
consentano di definire incrementi contrattuali in linea a quelli riconosciuti
mediamente ai lavoratori privati e comunque non inferiori a 85€ mensili medi...
le parti si impegnano, nella sede dei
tavoli di contrattazione, a garantire che gli aumenti contrattuali, nel comune
intento di ridurre la forbice retributiva, valorizzino prioritariamente i
livelli retributivi che più hanno sofferto la crisi economica e il blocco della
contrattazione" ( pag. 3 ).
Solo
conferme dal Def 2018-20 e dalla legge di bilancio
Da questo percorso il Def 2018-20 non ha
aggiunto una virgola e la legge di Bilancio 2018 dal quale dipende non potrà
che confermare le risorse. Di fronte a questi fatti che rimandano ai passaggi
ormai consolidati per la definizione dell'area di manovra finanziaria, le
chiacchiere e le interviste contano meno di zero.
Una
breve riflessione
Cosa dire? Difficile prevedere gli
effetti di questi "aumenti significativi" sulla tenuta del
sistema-scuola.
Sicuramente si rischia tanto, perché è in gioco il futuro del
nostro Paese, il quale ha bisogno di insegnanti appassionati ed entusiasti del
loro lavoro. Purtroppo lo sviluppo degli eventi va in senso contrario. E questo
dovrebbe preoccupare i nostri politici. Ma forse attribuisco dei pensieri a chi
ormai ha voltato le spalle al futuro, irretito in un onnipresente che ha
colonizzato tutto l'arco temporale simbolico e reale, annicchilendo anche il
proprio passato.
Gianfranco
Scialpi