Paolo Crepet: Indispensabile bocciare. Se la scuola "patteggia" è la fine




Riportiamo alcune riflessioni di Paolo Crepet sulla scuola  e sulla sua azione educativa. Crepet dice: “ Non è vero che i ragazzi di oggi sono più agitati. In gioventù ribellione e intemperanza ci sono sempre state. Non è cambiato il livello di insubordinazione dei giovani italiani, è cambiato il livello di tolleranza. Un capitolo del mio libro si intitola proprio Il coraggio di bocciare, perché credo sia indispensabile bocciare. Se la scuola "patteggia", nel senso più deteriore del termine, è la fine. Far credere ai giovani che i loro errori non hanno conseguenze credo sia il metodo di gran lunga peggiore per educare le nuove generazioni. Il problema riguarda la formazione della classe dirigente. Ad esempio, la tendenza ad educare con strumenti digitali fin dalla più tenera età porterà a una grave perdita di autonomia e a una dipendenza dalle tecnologie. Non ci saranno più manualità, creatività, passione. Bisogna avere il coraggio di dire no e di affidarsi al buon senso. Il buon senso ci dice che abbiamo bisogno di ragazzi e ragazze che crescano consapevoli, autonomi, forti, creativi, sognatori. Serve il coraggio di fare l'impresa, lo stesso che ha permesso alla generazione del Dopoguerra di risollevare le proprie sorti creando aziende e cooperative. L'Emilia ne è un esempio straordinario. Non dobbiamo permettere che le nuove generazioni vivano sulle spalle del coraggio delle due generazioni precedenti “.