Il sé resiliente, antidoto al cyberbullo




Il sé resiliente è la difesa più efficace contro il cyberbullo. La conoscenza delle procedure per una navigazione sicura nel Web è un corollario. Necessario, non sufficiente se non si lavora sulla personalità. In molti casi questa risulta in costruzione e fragile. Quindi soggetta agli attacchi del cyberbullo.  

Il sé resiliente di R.Kipling
Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad avere fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio; 
Se riesci ad aspettare e a non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne, 
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall’odio, 
e tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio:
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
e trattare allo stesso modo quei due impostori; 
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita infrante,
E piegarti a ricostruirle con arnesi logori.
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non fiatare una parola sulla perdita; 
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: “Tieni duro!”
Se riesci a parlare con la folla e a conservarti retto,
E a camminare coi Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l’amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni istante che passa,
Tua è la terra e tutto ciò che è in essa,
E – quel che è più – sei un Uomo, figlio mio!
( da R. Kipling, Poesie, a cura di Ornella De Zordo, Milano, Mursia, 1987.)

Una traduzione
In sintesi, il sé resiliente richiede questi comportamenti:
1) conoscere se stessi e non far dipendere (troppo) le nostre emozioni dagli eventi
2) Spostare l’attenzione dal rancore, dalla rabbia alla costruzione di atteggiamenti positivi e attivi.
3) Superare l’educazione vittimistica (paralizzante), a beneficio di un lavoro finalizzato a creare un contesto fatto  relazioni costruttive e formative, prodotto anche dalla messa in pratica di soluzioni e tecniche di comunicazione efficaci….
Questi atteggiamenti devono essere promossi e favoriti da adulti autorevoli,   qualche volta autoritari e con un’alta competenza all’ascolto profondo. I nostri ragazzi chiedono questa presenza. Non esplicitamente! E’ necessario essere capaci di guardarli “
occhi negli occhi” per cogliere i metamessaggi, che spesso contraddicono il livello formale della comunicazione.
Il sé resiliente è una conquista, non una dote innata nei ragazzi. E non solo!

Gianfranco Scialpi