In un articolo intitolato “Why teaching
in English may not be such a good idea“ pubblicato nel Times Higher Education, si afferma che insegnare in inglese abbassa la
qualità dell’insegnamento.
Nell’articolo si scrive anche che il passaggio
all'inglese sia nella ricerca che nell'insegnamento in molte università europee
è essenzialmente l'effetto collaterale della diffusione delle classifiche
internazionali. Gli indicatori utilizzati in tali classifiche premiano la
percentuale di studenti internazionali iscritti. Sebbene sia stato affermato
che queste classifiche si basino su una metodologia discutibile e che non
valutino correttamente la qualità della ricerca e dell'insegnamento, giornali e
blog popolari le citano inesorabilmente.
Pertanto attenzione alle metodologie CLIL,
ovvero attenzione a tutte quelle sperimentazioni di contenuti veicolati in una
lingua straniera (obbligatorio nell'ultimo anno dei licei e istituti tecnici ) in base all’autonomia didattica.
Aldo Domenico Ficara