Post-contratto, scenari poco rassicuranti!




Post-contratto, lo scenario fino a qualche giorno fa era incerto. Il riferimento non è la "mancetta". Questa sembra certa!  Mi riferisco alle reazioni sui massmedia. Ora grazie ad un articolo apparso sul giornale "Libero", tutto è chiaro.
Aumentano le certezze
Dopo la firma dell' ipotesi contrattuale degli statali (comparto funzioni centrali), inizia a definirsi meglio il nostro futuro prossimo. Innanzitutto, come alcuni sindacati firmeranno. E questo nonostante il minacciato ritiro delle deleghe, proposto dal gruppo "Professione insegnante".
A questo occorre aggiungere un nuovo elemento di certezza: la reazione dei massmedia, almeno di alcuni, alla firma. A tal proposito è indicativo
l'articolo di F. Carioti sul giornale "Libero".
Un articolo fuori contesto
L'intervento è fuori luogo! In altri termini non considera il contesto nel quale si inserisce il contratto degli statali. Sembra che il contratto (vergognoso) sia un evento imprevisto, non programmato. Il classico fungo spuntato improvvisamente.  Il giornalista "dimentica", però, alcuni fatti:
1) la vacanza contrattuale iniziata nel 201o;
2) la sentenza della Corte Costituzionale (24 giugno 2015) che ha ritenuto illecita la decisione del blocco continuo dei contratti;
3) le leggi di stabilità 2016, 2017 e 2018 che hanno stanziato quasi 3 miliardi per i contratti pubblici;
Quindi non c'è nulla di improvvisato, finalizzato a togliere soldi a Pantalone.
Cosa c'è scritto?
Si legge all'inizio "Inutile votare, tanto si sa già chi vince. Il 4 marzo, o quando sarà, il partito della spesa pubblica avrà la maggioranza in Parlamento. Andrà così chiunque la spunti e con qualunque programma si presenti, sia che governi da solo o che sia costretto ad allearsi con altri. È una previsione facile, non serve la sfera di cristallo: spendere i soldi tolti a Pantalone è il primo punto della vera agenda di tutti. Le considerazioni sono condizionate pesantemente dal "sentire della  destra". Mi riferisco a quella destra, che tra il 2008 e il 2011 ( comparto scuola):
1) ha operato il più grande prelievo dalla scuola ( 8 miliardi di €, di cui 2,4 mai restituiti); 2) ha introdotto le classi pollaio (D.M 81/09);
3) ha distrutto la scuola primaria ( azzeramento compresenze, maestro unico…), smantellando la legeg 148/90
4) ha iniziato la lunga stagione del blocco dei contratti con la legge  Legge 122/2010 , immettendo nel sistema un’inquietante demotivazione negli insegnanti;
5) ha permesso a Brunetta di chiamarci “nullafacenti, “furbetti”. Da qui la decontrattualizzazione avvenuta con il suo Decreto (2009).
Cosa aspettarci?
Scrivevo sopra che l'articolo anticipa molti contenuti, coerenti con la Destra, che caratterizzeranno la fase post-contrattuale
In sintesi. Probabilmente:
1) gli statali e gli insegnanti saranno presentati come i soliti furbi che "spillano" soldi pubblici;
2)  si ripeterà il ritornello che "gli aumenti sono immeritati", considerata la scarsa produttività statale e l'alto tasso di assenteismo. In questo modo si faciliteranno altri provvedimenti "punitivi" come ulteriori decurtazioni del salario accessorio per assenze da malattia...;
3) gli statali e gli insegnanti saranno presentati come irresponsabili, insensibili di fronte alle difficoltà della finanza pubblica. Ovviamente, in questo caso si dimenticheranno gli otto miliardi tolti alla scuola nel periodo 2008-11, di cui 2,4 milioni mai restituiti. Si ometterà, infine, il contributo forzato di 12 miliardi degli statali, favorito dal blocco contrattuale 2010-2017.
Concludendo, avremo un contratto punitivo economicamente e giuridicamente con l'aggiunta di sentirci in colpa per averlo "accettato".


                                                                              Gianfranco Scialpi