Silvio Berlusconi, un'intervista molto
fastidiosa
Si avvicinano le elezioni! I politici si
stanno accorgendo di quanto sia importante la scuola. Ovviamente intendo come
potenziale bacino di voti. Quindi sono iniziate le dichiarazioni su chi la
spara più grossa.
Sicuramente la lettera di S. Berlusconi indirizzata al
sindacato SNALS , risulta molto fastidiosa, e non aggiungo altro. Il mio stato
d'animo è prodotto dai ricordi. Certamente non recenti, ma comunque ancora
presenti nella mia mente. Mi chiedo: come fa S. Berlusconi a rivolgersi così
verso la scuola? Si legge" La politica non deve calare decisioni
dall’alto, deve saper ascoltare chi lavora, chi affronta quotidianamente i
problemi, chi li vive sulla propria pelle… a loro, non ai professionisti della
politica, vogliamo affidare il futuro del nostro Paese"Sembra che la sua
"veste sia candida".
Parla come se tra il 2008 e 2011 sia stato un
suo fratello gemello a governare e ad avviare la più grande e significativa
operazione di non ascolto della scuola che si è tradotta nel suo smantellamento
come istituzione pubblica.
Ecco
i motivi della mia "orticaria"
Silvio Berlusconi (in alcuni casi con la
complicità di G.Tremonti e M.Stella Gelmini):
1) ha operato il più grande prelievo
dalla scuola ( 8 miliardi di €, di cui 2,4 mai restituiti);
2) ha introdotto le classi pollaio (D.M
81/09);
3) ha distrutto la scuola primaria (
azzeramento compresenze, maestro unico...), smantellando la legge 148/90,
contribuendo a declassarla;
4) ha iniziato la lunga stagione del
blocco dei contratti con la legge Legge
122/2010 , immettendo nel sistema un'inquietante demotivazione negli
insegnanti.
5) ha permesso a R. Brunetta di definire
i pubblici dipendenti e quindi anche gli insegnanti "nullafacenti,
"fannulloni"... E’ seguita poi
la decontrattualizzazione avvenuta con il suo Decreto (2009) e
l’affermazione della meritocrazia formale e non sostanziale.
Quest’ultima, a
mio parere, occorre supportarla con riconoscimenti economici adeguati.
Diversamente è un concetto “insignificante”, perché non tangibile, riscontrabile
nella vita delle persone.
Dico sempre ai ragazzi
che mi sono affidati di diffidare dei proclami vuoti e soprattutto di
chi poi nei fatti si contraddice.
Contro
la demagogia occorre mantenere la memoria a lungo termine, supportata da
pensiero critico e argomentativo per evitare di essere frullati dalla
propaganda.
Gianfranco Scialpi