Insegnante
premiata dal Ministro Fedeli. Dal discorso del responsabile del Miur esce un
modello di scuola distante dalle mie convinzioni. Confermo la mia solidarietà
verso la collega, ma non condivido la sua decisione di accettare il
riconoscimento.
Insegnante premiata
La
professoressa Franca Di Blasio, sfregiata al volto da un alunno, è
stata nominata Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana.
L'onorificenza le è stata conferita dal Presidente Sergio Mattarella e
consegnata alla collega dalla Ministra Fedeli.
Dichiarazione inaccettabile del Ministro
Fin qui
nulla da dire. Disturba, invece, la dichiarazione del
Ministro. " La
sua prima espressione - ha ricordato Fedeli, all'incontro con la professoressa
- è stata non di condanna ma dire 'ho sbagliato io'. Un gesto che è
l'essenza stessa dell'essere insegnanti, ponendosi in maniera critica sul suo
operato". A questo Il Ministro ha aggiunto:
Quella di Franca – ha
dichiarato la Ministra Fedeli – è un’interpretazione
professionale della funzione docente che coglie tutta l’ampiezza del delicato
ruolo dell’educatore nella società moderna. La sua reazione e il suo
atteggiamento di fronte all’aggressione da parte di uno studente sono stati di
grande responsabilità formativa ed educativa. Tutta la comunità scolastica e la
società intera devono riconoscere in lei un modello”
Un modello lontano dalle mie convinzioni
Con questa
dichiarazione assistiamo alla conferma che la scuola è l'unica responsabile dei
fallimenti educativi e non solo. A questo aggiungo forse (mi auguro
che la professoressa invece l'abbia fatto) la decisione di non aver denunciato
il ragazzo. Ne esce e fuori un "quadretto inquietante" dove è
codificato il modello di una scuola "fallita e buonista". Non basta
il proseguo della dichiarazione dove si parla di responsabilità a fugare
la suddetta ipotesi.
Dispiace che la collega abbia accettato questo riconoscimento. Ha avvallato la convinzione della Ministra finalizzata a semplificare il problema.
E’ il classico meccanismo di “scaricare” le responsabilità sul soggetto più debole. In questo caso la scuola! Troppo facile! Personalmente non mi sento responsabile del fallimento dei nostri ragazzi. In alcuni casi, posso accettare la compartecipazione con altri soggetti, ma non mi ritengo il capro espiatorio dei loro fallimenti.
Dispiace che la collega abbia accettato questo riconoscimento. Ha avvallato la convinzione della Ministra finalizzata a semplificare il problema.
E’ il classico meccanismo di “scaricare” le responsabilità sul soggetto più debole. In questo caso la scuola! Troppo facile! Personalmente non mi sento responsabile del fallimento dei nostri ragazzi. In alcuni casi, posso accettare la compartecipazione con altri soggetti, ma non mi ritengo il capro espiatorio dei loro fallimenti.
Teoria ecologica dei sistemi (Bronfenbrenner)
L’educazione
è un processo complesso, mai unidirezionale. Non esiste solo il ragazzo e
un’unica agenzia formativa. La formazione è il risultato dell’interazione tra
il soggetto ( nel nostro caso lo studente) e la multidimensionalità
dell’ambiente. Ogni dimensione è costituita da diversi soggetti sociali,
scenari culturali, economici, sistemi di valori… che “dicono la loro” sulla
formazione, in una relazione sistemica. multidirezionale e biunivoca.
Ecco spiegato il motivo per cui è l’intera società che fallisce di fronte a questi ragazzi.
Scrive la Prof.ssa I. Milani, autrice di un interessante testo “I figli sono il prodotto soprattutto del modello ricevuto in famiglia, e di una società che li vuole soprattutto consumatori. Ma se io porto mio figlio tutte le domeniche ai centri commerciali, gli faccio bere un finto mojito, lo lascio solo nel ristorante, libero di comportarsi male e di sporcare, allora che adulto diventerà? I responsabili dell’educazione, in primis i genitori, dovrebbero interrogarsi. Questo libro vuole spingere a una riflessione collettiva. Anche perché,a parziale scusante delle mamme e dei papà, c’è proprio il condizionamento della realtà in cui vivono, che è sicuramente diseducativa“.
Ecco spiegato il motivo per cui è l’intera società che fallisce di fronte a questi ragazzi.
Scrive la Prof.ssa I. Milani, autrice di un interessante testo “I figli sono il prodotto soprattutto del modello ricevuto in famiglia, e di una società che li vuole soprattutto consumatori. Ma se io porto mio figlio tutte le domeniche ai centri commerciali, gli faccio bere un finto mojito, lo lascio solo nel ristorante, libero di comportarsi male e di sporcare, allora che adulto diventerà? I responsabili dell’educazione, in primis i genitori, dovrebbero interrogarsi. Questo libro vuole spingere a una riflessione collettiva. Anche perché,a parziale scusante delle mamme e dei papà, c’è proprio il condizionamento della realtà in cui vivono, che è sicuramente diseducativa“.
Gianfranco
Scialpi