Poiché le pensioni a quota 100 del 2019
e del 2020, con numeri di uscita, rispettivamente, di 750 mila e di un milione
di lavoratori, costituirebbero un problema per le casse statali e per la
stabilità della stessa Inps, spunta l’ipotesi "superbonus" da conferire al lavoratore prima dell’uscita. In
altre parole prevedere un "superbonus" per chi dovesse continuare a
lavorare nonostante il raggiungimento dei requisiti necessari per l'uscita con
quota 100.
Si tratta di un premio, già previsto dalla legge Maroni con buoni
risultati prima di essere cassato, che prevedeva l'accredito dei contributi per
chi rimaneva a lavorare oltre i parametri di pensionamento, con un aumento
esentasse pari proprio ai contributi previdenziali. Un aumento di stipendio
quindi netto, quantificabile nel 30 per cento in più che convincerebbe molti
lavoratori a proseguire nella propria professione.