Divieto
smartphone a scuola in Francia. Una buona notizia! Qualcuno chiede lo stesso
provvedimento in Italia. Ma noi siamo avanti di undici anni
Divieto smartphone a scuola, la decisione della
Francia
Probabilmente dal prossimo anno scolastico in Francia
sarà vietato l'uso degli smartphone (evoluzione tecnologica dei cellulari) in
classe. Uniche eccezioni sono per gli alunni diversamente abili e per
particolari progetti pedagogici. Una buona notizia! Rincaro: un'ottima
notizia!
Richieste di allineamento per l'Italia
In Italia è sorta l'esigenza di allinearsi a questa
decisione. "L’Italia percorra la via maestra tracciata dalla Francia e
vieti l’uso degli smartphone nelle aule scolastiche... Un esperto del settore
come il professor Manfred Spitzer, autore di ‘Demenza digitale’ e ‘Solitudine
digitale’, afferma che l’uso dello smartphone a scuola riduce di molto le
performance degli studenti.
Gli strumenti digitali devono essere il mezzo e non
il fine del rapporto educativo e didattico nella scuola, perché nessun device
elettronico – conclude la vice coordinatrice nazionale della Gilda – potrà mai
sostituire la relazione dialogica tra discenti e docenti" (Comunicato
Gilda)
Ma l'Italia non ha bisogno di allineamenti
Il comunicato dimentica, però, la Direttiva
Fioroni ( 15 marzo 2007) e un pronunciamento del nostro Garante
della Privacy (17.09.2013) . Questi hanno rappresentato un "apripista"
per altri paesi. Ultimo in ordine cronologico, la Francia.
Infatti, il provvedimento transalpino risulta simile ai citati documenti. Con la Direttiva Fioroni, l'unica differenza, e non poteva essere diversamente, risiede nel riferimento al dispositivo (device). Allora esistevano i cellulari. Oggi gli smartphone ( piccoli computer portatili).
Nel decreto Fioroni, infatti, si legge:" L’uso dei cellulari da parte degli alunni, durante lo svolgimento delle attività didattiche, è vietato. Il divieto risponde ad una generale norma di correttezza che trova una sua codificazione nei doveri indicati nello Statuto delle studentesse e degli studenti (D.P.R. n. 249/1998). La violazione di tale divieto configura un’infrazione disciplinare rispetto alla quale la scuola è tenuta ad applicare apposite sanzioni.".
Infatti, il provvedimento transalpino risulta simile ai citati documenti. Con la Direttiva Fioroni, l'unica differenza, e non poteva essere diversamente, risiede nel riferimento al dispositivo (device). Allora esistevano i cellulari. Oggi gli smartphone ( piccoli computer portatili).
Nel decreto Fioroni, infatti, si legge:" L’uso dei cellulari da parte degli alunni, durante lo svolgimento delle attività didattiche, è vietato. Il divieto risponde ad una generale norma di correttezza che trova una sua codificazione nei doveri indicati nello Statuto delle studentesse e degli studenti (D.P.R. n. 249/1998). La violazione di tale divieto configura un’infrazione disciplinare rispetto alla quale la scuola è tenuta ad applicare apposite sanzioni.".
Il Garante della Privacy "completa l'opera"
Ovviamente la componente sanzionatoria non è
sufficiente a gestire pedagogicamente la presenza pervasiva del
"coltellino svizzero" (M. Spitzer). Come annunciato sopra, il
compito lo assolve egregiamente il Garante della Privacy. " Le
Nuove tecnologie e web rappresentano ormai una realtà con cui fare i conti
anche nell'ambito dell'attività scolastica. Smartphone e tablet sono utili, ad
esempio, per registrare le lezioni o per fare ricerche. Ma non devono
trasformarsi in strumenti di offesa usandoli per diffondere sulla rete video e
foto che possono ledere la dignità di compagni o insegnanti…Spetta agli
istituti scolastici decidere nella loro autonomia come regolamentare l'uso di
questi dispositivi"
"La mente aumentata",
l'insegnamento M. Prensky
Quest'apertura risulta complessa. E' necessario che la
presenza dello smartphone sia giustificata dall'esigenza di promuovere "la
saggezza digitale" (digital wisdom, 2009).
L'espressione ha sostituito,
quella ormai obsoleta ed equivoca del "nativo digitale" (M. Prensky,
2001). In sintesi, lo scrittore, meno apocalittico del neuropsichiatra M.
Spitzer, sponsorizza l'uso dei dispositivi. Sostanzialmente i motivi sono due,
e configurano la "mente
aumentata" che si declina nella saggezza digitale . Secondo
lo scrittore e studioso, l'uso delle nuove tecnologie favorisce il salto di
livello verso l'alto della nostra intelligenza.“Nel futuro, grazie alla
tecnologia, i cercatori di saggezza beneficeranno di un accesso istantaneo e
prima inimmaginabile a discussioni planetarie, a tutta la storia, a tutto
quanto è stato scritto, a enormi archivi di casi e di dati, a simulazioni di
esperienze molto realistiche equivalenti ad anni o anche secoli di esperienza
reale" (M. Prensky). A questo occorre aggiungere la formazione di una
capacità per individuare modalità, percorsi e soluzioni tecnologiche che
portino ad aumentare il nostro potenziale cognitivo e non solo.
Pertanto se lo smartphone può rappresentare un moltiplicatore della nostra intelligenza perché non autorizzarlo a scuola? Ovviamente è richiesta la presenza di insegnanti competenti e non solo abili nelle procedure.
Pertanto se lo smartphone può rappresentare un moltiplicatore della nostra intelligenza perché non autorizzarlo a scuola? Ovviamente è richiesta la presenza di insegnanti competenti e non solo abili nelle procedure.
Gianfranco Scialpi