Genitori
violenti, aumentano le notizie di un disastro educativo. Le cause sono diverse.
In alcuni casi, però dipende dalla mancata percezione che la scuola è un
servizio pubblico con regole e norme Senza dimenticare la formazione
dell'uomo e del cittadino (Costituzione).
Genitori violenti, pessime notizie dalle scuole
Genitori violenti verso il personale scolastico. Dalle
scuole arrivano solo pessime notizie. Quasi tutte ripetono il canovaccio
di un rapporto compromesso con l'utenza. In altri termini, siamo di fronte a un
disastro educativo!
L'ultima in ordine di tempo ha visto protagonista una collaboratrice scolastica. Si legge sul portale Alessandria Oggi: "Si tratta di un’aggressione avvenuta negli ambienti del Comprensorio di Molare (Scuole Elementari), dove la donna, dopo aver negato al padre il permesso di accedere in orario di lezione alla classe insieme al figlio, è stata violentemente strattonata. L’uomo, un italiano di circa 40 anni, che voleva trasportare lo zaino del figlio fin dentro l’aula (pare che il ragazzino non fosse al momento in perfette condizioni fisiche), ha reagito male quando la collaboratrice scolastica lo ha fermato offrendosi di farlo al suo posto, dal momento che, durante le lezioni, non è consentito l’accesso ai genitori salvo in casi eccezionali."
L'ultima in ordine di tempo ha visto protagonista una collaboratrice scolastica. Si legge sul portale Alessandria Oggi: "Si tratta di un’aggressione avvenuta negli ambienti del Comprensorio di Molare (Scuole Elementari), dove la donna, dopo aver negato al padre il permesso di accedere in orario di lezione alla classe insieme al figlio, è stata violentemente strattonata. L’uomo, un italiano di circa 40 anni, che voleva trasportare lo zaino del figlio fin dentro l’aula (pare che il ragazzino non fosse al momento in perfette condizioni fisiche), ha reagito male quando la collaboratrice scolastica lo ha fermato offrendosi di farlo al suo posto, dal momento che, durante le lezioni, non è consentito l’accesso ai genitori salvo in casi eccezionali."
La scuola è un servizio pubblico, la famiglia
invece...
La scuola è un'istituzione che offre un servizio
pubblico con finalità culturali. La sua natura impone relazioni normate con
l'utenza. Regole che devono considerare i suoi fini prospettici di promozione
dell'uomo e del cittadino (Costituzione). In alcuni casi devono essere
maggiormente vincolanti, in considerazione della minore età di quasi tutti gli
studenti. Molti genitori di alunni e studenti, invece, sono convinti
che l'istituzione scolastica sia un'espansione della famiglia.
Qui ritroviamo la
cifra del nostro tempo con le sue contraddizioni, il saluto dalle regole e dal
futuro, l'abbraccio al "Mi piace" pulsionale, al perseguimento di
un deleterio sovranismo psichico (Censis, 2018) che trasforma i
figli in totem per i quali si è disposti a tutto, anche andare
"al di là del bene e del male" ( F. Nietzsche).
Il familismo che compromette la percezione del profilo
pubblico della scuola
La percezione è favorita dalla relazione quasi amicale
con i docenti (soprattutto nella scuola dell'infanzia e primaria), dalla
convinzione che la scuola debba riempire le teste di contenuti e
procedure, piuttosto che formarle. Paradigma culturale coerente con
l'abbandono della prospettiva, a vantaggio di un presente
onnipresente. A questo contesto di basso profilo culturale si richiede
uno stare insieme, finalizzato a svolgere attività solo divertenti
e interessanti, mettendo al bando l'impegno e lo sforzo per quelle più noiose e
preferendo una promozione senza formazione. Siamo di fronte a un
contesto assimilabile a un parco dei divertimenti, a un Luna Park
dove l'aspetto pulsionale ("Mi piace"/"Non mi piace") è
determinante per la valutazione dell'offerta. Non esiste regola o limite
esterno a questa fruizione illimitata. Tutto è governato dall'Io sempre più
ipertrofico.
Il pessimo risveglio del genitore
E' prevedibile quindi la reazione violenta, quando il
genitore scopre che il profilo istituzionale della scuola, è costituito
da norme e regole per la maggior parte finalizzate a tutelare l'integrità
fisica degli alunni/studenti minorenni (è il caso presentato all'inizio).
Medesima reazione si ha di fronte alla frustrazione del totem-figlio di fronte
a un voto commisurato al suo scarso impegno.
E' un brutto risveglio,
considerando che la presa di coscienza coinvolge gli operatori scolastici che
obbligatoriamente devono far prevalere le ragioni di un servizio pubblico che
persegue anche finalità culturali e prima di tutto costituzionali (formazione dell'uomo
e del cittadino).
Gianfranco Scialpi