Per chi fa didattica è utile attaccare la lezione frontale ?


Riportiamo uno stralcio di un articolo che vede la lezione frontale come una metodologia didattica anacronistica dai dubbi vantaggi di apprendimento. Nell’articolo tra le altre cose si scrive: “ Oggi siamo ancorati ad un tipo di lezione frontale in cui i ragazzi sono oggetto del nostro sapere da conferenzieri: la disposizione dei banchi lo dimostra. Tutto il contrario del cosiddetto “apprendimento cooperativo”: attività, sperimentate da anni, che permettono al docente di essere meno protagonista in classe e più nella preparazione della lezione (obiettivi, strategie, tempi, verifiche molto chiari e dichiarati: non si fa così sul lavoro?). L’insegnante diventa orientatore e i ragazzi soggetti dinamici e protagonisti dell’apprendimento. In una cultura dal sapere sempre più reticolare, collaborativo, induttivo ed euristico, è necessario rinnovare una scuola ancora basata quasi del tutto su processi di apprendimento frontali e generici (ognuno prende quello che può dalla stessa conferenza), individualistici (attività svolte quasi del tutto singolarmente, soprattutto in fase di verifica), deduttivi e ripetitivi (nozioni da applicare in esercizi e interrogazioni, addestramento e non scoperta sollecitata da motivazioni interne) “. La domanda nasce spontanea : è didatticamente utile attaccare la lezione frontale ?