Dispersione scolastica tra povertà e didattica rigida


L’Italia si conferma terz’ultima per il numero di alunni che lascia la scuola prima dei 16 anni: tra le motivazioni la povertà e la didattica rigida. L’arretratezza culturale e strutturale influisce direttamente sul livello scolastico. Il fatto che povertà e competenze scolastiche acquisite siano due fattori direttamente proporzionali, ora lo dice anche la Corte dei Conti, attraverso la relazione su “La lotta alla dispersione scolastica: risorse e azioni intraprese per contrastare il fenomeno”, pubblicata in queste ore con deliberazione n. 14/2019/G. 
Nella presentazione del rapporto si dice che l’abbandono precoce della scuola si deve ad una serie di fattori, tra cui vi è anche “la povertà di molte zone d’Italia, in particolare i quartieri delle città metropolitane e i luoghi a forte rischio migratorio”. È soprattutto in questi contesti che bisogna attuare la “ricostruzione delle molteplici modalità di intervento finanziario si accompagnano le raccomandazioni volte a rendere le scuole non solo luoghi di apprendimento ma anche occasioni di esperienza di comunità e solidarietà”.