Gentile Ministro dell’Interno, caro
Matteo,
ti scrivo questa lettera aperta perché
il caso della nave Open Arms domina ormai le prime pagine dei giornali e perché
sono costretto a constatare che anche la corrispondenza d’ufficio tra la
Presidenza del Consiglio e il Viminale viene poi riportata sui giornali e
allora tanto vale renderla pubblica all’origine, per migliore trasparenza anche
nei confronti dei cittadini.
Ti ho scritto ier l’altro una
comunicazione formale, con la quale, dopo avere richiamato vari riferimenti
normativi e la giurisprudenza in materia, ti ho invitato, letteralmente, “nel
rispetto della normativa in vigore, ad adottare con urgenza i necessari
provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori presenti
nell’imbarcazione”.
Con mia enorme sorpresa, ieri hai
riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far
sbarcare i migranti a bordo.
Comprendo la tua fedele e ossessiva
concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione riducendolo alla
formula “porti chiusi”. Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a
incrementare costantemente i tuoi consensi. Ma parlare come Ministro
dell’Interno e alterare una chiara posizione del tuo Presidente del Consiglio,
scritta nero su bianco, è questione diversa.
È un chiaro esempio di sleale
collaborazione, l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare. Come ho
sempre pubblicamente rappresentato, il tema dell’immigrazione è un tema
complesso. Va affrontato con una politica di ampio respiro, come ho provato a
fare sin dal primo Consiglio Europeo al quale ho partecipato, a fine giugno
2018, evitando di lasciarci schiacciare dai singoli casi emergenziali.
Da subito ho elaborato una piattaforma
politica fondata su sei premesse e dieci obiettivi, in modo da inserire tutte
le singole iniziative in questa prospettiva strategica, sempre costantemente
ispirata alla tutela dei diritti fondamentali e, in particolare, della dignità
della persona e alla protezione dei nostri interessi nazionali, sovente compromessi
nella gestione del fenomeno migratorio.
Ho personalmente contribuito a
perseguire questo nuovo indirizzo politico, di maggiore rigore rispetto al
passato, al fine di contrastare più efficacemente l’immigrazione illegale e la
moderna e disumana “tratta dei disperati”, alimentata dalle organizzazioni
criminali.
Ho viaggiato in lungo e in largo in
Africa e nel Medio Oriente per incrementare la cooperazione nei Paesi di
origine e nei Paesi di transito, dove si concentrano le rotte dei migranti.
Abbiamo sempre lavorato intensamente, coinvolgendo anche il Ministro Moavero,
per rendere più efficace il meccanismo dei rimpatri per i migranti che non
hanno diritto ad alcuna protezione.
Mi batterò sino all’ultimo giorno perché
si affermi un meccanismo europeo, da applicare in via pressoché automatica, per
operare una redistribuzione che veda tutti i Paesi dell’Unione pienamente
coinvolti, in modo da evitare che i Paesi di primo sbarco, come l’Italia, siano
abbandonati a se stessi.
Pur in attesa che si attui questo
meccanismo europeo, sono sempre personalmente intervenuto, con gli altri Paesi
europei, per pretendere e ottenere una redistribuzione dei migranti che sono
sbarcati nei nostri porti. E a questo proposito dobbiamo dare atto che sia la
Commissione europea sia alcuni leader europei ci hanno sempre teso la mano per
sbloccare situazioni emergenziali.
Questo è il momento di insistere in
direzione di una soluzione sempre più europea, altrimenti l’Italia si ritroverà
completamente isolata in una situazione che diventerà, nuovamente, via via
sempre più ingestibile. La nuova Presidente della Commissione Ursula von der
Leyen, nei colloqui sin qui avuti, mi è sembrata molto determinata a percorrere
questa strada e a darci una mano risolutiva.
In definitiva, se davvero vogliamo
proteggere i nostri “interessi nazionali”, non possiamo limitarci a esibire
posizioni di assoluta intransigenza. Abbiamo chilometri di coste e siamo a una
manciata di ore di navigazione dall’Africa e dal Medio Oriente. Da ultimo tu
stesso hai constatato come è difficile contrastare i quotidiani, minuti sbarchi
clandestini.
Non possiamo agire da soli. Dobbiamo
continuare a insistere in Europa, come peraltro hai fatto Tu, di recente a
Helsinki. E’ questa la direzione giusta.
E poi non oscuriamo quello che abbiamo
fatto di buono. Se mai rammarichiamoci per quello che ci riproponevamo di
ottenere e ancora non abbiamo ottenuto.
Un ultimo aggiornamento sulla vicenda
Open Arms.
Francia, Germania, Romania, Portogallo,
Spagna e Lussemburgo mi hanno appena comunicato di essere disponibili a
redistribuire i migranti. Ancora una volta, i miei omologhi europei ci tendono
la mano.
Siamo ormai agli sgoccioli di questa
nostra esperienza di governo. Abbiamo lavorato fianco a fianco per molti mesi e
ho sempre cercato di trasmetterti i valori della dignità del ruolo che ricopriamo
e la sensibilità per le istituzioni che rappresentiamo.
La tua foga politica e l’ansia di
comunicare, tuttavia, ti hanno indotto spesso a operare “slabbrature
istituzionali”, che a tratti sono diventati veri e propri “strappi
istituzionali”.
Per queste ragioni mi sono ritrovato
costretto a intervenire varie volte - l’ho fatto perlopiù riservatamente - non
per l’ansia di contrappormi politicamente alle tue iniziative, ma per la
necessità di rivendicare l’applicazione del principio di “leale collaborazione”,
che è fondamentale per il buon funzionamento delle istituzioni pubbliche.
Il consenso politico a cui ogni leader
politico aspira si nutre della fiducia degli elettori. Ma se non alimentiamo la
fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche si crea un cortocircuito e
alla fine prevalgono rabbia e disaffezione. Dobbiamo tutti operare per
riconoscere piena dignità alle istituzioni che rappresentiamo, nel segno della
leale collaborazione.
Hai alle spalle e davanti una lunga
carriera politica. Molti l’associano al potere. Io l’associo a una enorme
responsabilità.
Buon ferragosto,
Giuseppe Conte