Il dramma della scuola italiana è coniugare marketing e didattica per “farsi vedere”



A scuola  si dovrebbe fare più lavoro in aula, insegnando ai ragazzi un solido metodo di studio e meno progetti didattici. Oggi i progetti sono i più disparati: per l’ambiente, per la pace, per l’accoglienza, per la legalità e contro la mafia, contro il bullismo, contro il razzismo, le discriminazioni, le Giornate Mondiali, senza contare gli Open Day o l’autogestione; l’elenco delle attività che tolgono tempo, concentrazione ed energia a interrogazioni, verifiche, correzione dei compiti e spiegazioni è lungo. Il dramma della scuola è quello di dover offrire una sventagliata di attrazioni e nella maggior parte dei casi sono i Presidi ad organizzarle, per “farsi vedere” e fare carriera. Porte aperte quindi a proposte di tutti i generi, largo alla novità per coniugare marketing e didattica.  Nella scuola italiana lo studente non deve annoiarsi, non deve fare sforzi eccessivi perché a scuola deve “stare bene” ( l'obiettivo di ogni scuola in concorrenza con le altre è quello di aumentare il numero di iscrizioni ).  Gli studenti a forza di fare progetti dopo 8 anni di scuola dell’obbligo sono incapaci di usare un congiuntivo, di leggere e scrivere una frase semplice.