Il cosiddetto collaboratore-vicario può arrivare a prendere 10mila euro l'anno oltre lo stipendio



La figura del cosiddetto collaboratore-vicario non è mai stata oggetto di una riflessione giuridica esaustiva, anche in ragione del fatto che l’indeterminatezza del confine tra ambito di legge e ambito contrattuale in questo caso è stata palese ed ha determinato non pochi problemi d’interpretazione. Da ultimo, l’argomento si è arricchito di ulteriori elementi di incertezza, dovuti alla indisponibilità finanziaria circa la corresponsione delle 
indennità di direzione e di reggenza, alla modifica dei parametri per l’attribuzione dell’esonero e del semi-esonero, alla riformulazione del profilo giuridico contenuta nel DL 95/2012 (spending review).
La figura del collaboratore-vicario viene introdotta dal DPR 416/74 in sostituzione del precedente Consiglio di presidenza. La norma viene poi trasfusa nel D.lgs. 297/94, che all’art.7 ne attribuisce l’elezione al collegio docenti,all’art. 396 prevede l’attribuzione della funzione direttiva in caso di assenza o impedimento del capo d’istituto, all’art. 459 definisce i parametri numerici per l’attribuzione dell’esonero o del semi-esonero. L’attribuzione della dirigenza ai capi d’istituto ha scardinato questo impianto normativo, mai per altro ufficialmente abrogato, così come riconosciuto dal parere del Consiglio di Stato n. 1021 del 26 luglio 2000. Da questo punto in avanti l’unica norma di riferimento è diventato l’art 25-bis del D.lgs. 59/98, poi trasfuso nell’art. 25 del D.lgs. 165/01.

Recentemente nel gruppo Fb " Gli stipendi degli insegnanti sono una vergogna. Raddoppiamoli " abbiamo assistito ad una forte polemica tra insegnanti e staff di presidenza. Una polemica che non dovrebbe esistere visto che sono tutti insegnanti. Però mentre i primi si sostengono con uno stipendio mensile di 1400 euro, i secondi ad uno stipendio maggiore aggiungono compensi extra stipendio che possono arrivare a 10mila euro l'anno, ovvero poco più di 800 euro al mese ( fonte: dirigenti sindacali apicali  ). Compensi che quasi sempre non sono resi pubblici, nascondendosi dietro problematiche sulla privacy