Didattica a distanza: Diario di scuola dopo due settimane

Confesso che a me questa didattica a distanza comincia a piacere.
Dirò di più : gli incontri virtuali con i miei alunni sono una bella parentesi in queste giornate da passare in casa.
Ho imparato a riconoscere le loro stanze: l'acquario di Martina, la cameretta a ponte di Nicolò, la vestaglia di Marianna,la barba di Antonino ormai più lunga dei suoi capelli.
Mi piace anche osservare le interazioni che le loro famiglie cercano.
E così ogni tanto fanno capolino fratelli uguali ma solo in scala ridotta, papà che affermano che la figlia dà una mano alle faccende di casa,mamme che arrivano dalla cucina col maglioncino un po' infarinato a ringraziare dell'impegno che stiamo dando ai figli, fratellini che entrano all'improvviso danno un bacio alla sorella e scompaiono.
Oggi poi mi ha salutato la mamma araba di una mia alunna cui ho rivolto un saluto nella sua lingua specificandole che oltre questo so dire soltanto "grazie". Lei mi ha detto che stava cucinando il tajine e dopo un po' me l'hanno anche mostrato.
Ecco questa familiarità con i ragazzi e con le persone ed i luoghi della loro vita nient'altro ce l'avrebbe data.
E poi paradossalmente ognuno nella sua stanza si concentra molto di più sullo studio e sull'interazione con il docente.
Come per incanto nessuno deve andare in bagno nessuno sta mangiando nessuno deve bere nessuno ha dimenticato il quaderno o il libro.
E dopo un inizio un po' zoppicante e difficile da gestire sia per noi che per loro adesso ci salutiamo dandoci appuntamento alla prossima lezione in maniera gioiosa.
Il fatto di mostrarci nella nostra quotidianità probabilmente ci avvicina e il forzato isolamento ci fa capire che siamo tutti nella stessa barca.
Eh sì crediamoci : andrà tutto bene



Maria Fatima Trimarchi