La didattica a distanza arrivata alla
sua terza settimana di sperimentazione, sta rischiando di mandare in pezzi i
difficili equilibri di tante famiglie italiane, già messi a dura prova dalla
prolungata reclusione e dalle convivenze forzate.
Se poi la chiusura dele scuole andrà oltre il 3 aprile, come si paventa in
questi ultimi giorni, è necessario mettere ordine nella gestione dell’istruzione dei
nostri ragazzi ai tempi del Coronavirus. Compiti. Tanti, troppi soprattutto nelle
scuole primarie e alle medie, dove la didattica a distanza si è risolta in
larga parte con l’invio di esercizi e ricerche da fare. Non va bene, scuotono
la testa i genitori, «questa è la peggiore interazione possibile».
Bisognerebbe
capire nel concreto, una volta per tutte, quello che da anni ripetono
insegnanti, pedagogisti e psicologi: la scuola non è o non dovrebbe essere un
luogo in cui apprendere nozioni, ma un laboratorio dell’apprendimento, che
trasmetta agli studenti gli strumenti con cui leggere e interpretare il mondo, per
imparare ad affrontarlo. I genitori sono sul piede di guerra, quindi meglio stare attenti ad eventuali diffide.