Cui prodest? (lett. "a chi
giova?"), a volte resa anche come cui bono? ("chi ne
beneficia?"), è una locuzione latina utilizzata nel discorso come elemento
retorico per domandarsi chi sia l'effettivo beneficiario di una determinata
azione o evento.
L'espressione cui bono? fu coniata da Lucio Cassio Longino
Ravilla, durante il processo a Marco Emilio Lepido Porcina, con la quale egli
si chiedeva quale fosse il vero beneficiario di un'azione imputata ad una certa
persona. La locuzione fu ripresa più tardi da Cicerone, nella orazione Pro Milone,
e nella Pro Roscio Amerino. Le stesse parole vengono pronunciate da Medea
nell'omonima tragedia di Seneca, che ai versi 500-501 afferma: "cui
prodest scelus, is fecit", cioè "colui al quale il crimine porta vantaggi,
egli l'ha compiuto".
Il concetto è applicato nella ricerca investigativa:
la scoperta di un possibile movente costituisce un indizio nell'individuazione
del colpevole. La locuzione è inoltre impiegata sempre con funzione retorica
nei commenti politici e, più in generale, nel linguaggio comune- Da ieri 6
maggio 2020 la locuzione “Cui prodest?” rimbalza tra i docenti impegnati nella
Maturità 2020 da svolgersi in presenza. Hanno perfettamente ragione: Cui
prodest?