Gli insegnanti sono bersaglio di continui processi mediatici

Riportiamo uno stralcio di un articolo pubblicato in periodo di Coronavirus sulle pagine di Huffpost. “ Nessuna apologia, non c’è bisogno di scomodare i filosofi per capire che la professione insegnante è bersaglio di continui processi mediatici, “pasticciacci” e vilipendi. Piace a molti rimestare dentro il cappello delle offese e tirar fuori paroloni da scoccare come frecce velenose sul bersaglio. È molto facile, quando non si conosce la quotidianità di chi fa questo lavoro o la friabilità di un sistema sfiancato dalle continue riforme economiche. Se la scuola esiste ancora, lo dobbiamo soprattutto alla dignità dei docenti, ai precari in modo particolare. Professionisti che hanno scelto di studiare, formarsi, specializzarsi come molti altri in un costante clima di incertezza, ma che subiscono ciclicamente la più vergognosa lapidazione tramite social. Un fenomeno che potrebbe essere considerato anticostituzionale. Così il Covid-19 arriva nel nostro paese, si decide di chiudere le scuole in via precauzionale, e subito i bottoni saltano dalle giacche di chi si colloca di diritto nella categoria dei “veri lavoratori”: “Buone vacanze, professori! – Se rinasco, voglio fare il prof!”